“Sabbato che fu alli sei, ritrovandosi in Fiorenza li Comici Gelosi con quelle due famosissime donne, la Vittoria et l’Isabella, parve al Gran Duca che per trattenimento fosse buono far che recitassero una Comedia a gusto loro. Così vennero quasi che a contesa le dette Donne fra di loro perché la Vittoria voleva si recitasse La Cingana et l’altra voleva si facesse la sua Pazzia, titolata la Pazzia d’Isabella, sendo che la favorita della Vittoria è La Cingana et La Pazzia, la favorita d’Isabella. Però s’accordarono in questo, che la prima a recitarsi fusse La Cingana, et che un’altra volta si recitasse la Pazzia. Et così recitarono detta Cingana con l’Intermedii istessi, che furono fatti alla Commedia grande: ma chi non ha sentito la Vittoria contrafar La Cingana, non ha visto né sentito cosa rara, et maravigliosa, che certo di questa Comedia sono restati tutti soddisfatissimi. Un’altra volta faranno poi La Pazzia, et toccarà a l’Isabella a far la Pazza; il valor della quale, et la leggiadria nell’esplicare i suoi concetti, non occorre hora esplicarlo, che è già noto, et manifesto a tutta Italia le sue virtudi.”
Original Text:
«Sabbato che fu alli sei, ritrovandosi in Fiorenza li Comici Gelosi con quelle due famosissime donne, la Vittoria et l’Isabella, parve al Gran Duca che per trattenimento fosse buono far che recitassero una Comedia a gusto loro. Così vennero quasi che a contesa le dette Donne fra di loro perché la Vittoria voleva si recitasse La Cingana et l’altra voleva si facesse la sua Pazzia, titolata la Pazzia d’Isabella, sendo che la favorita della Vittoria è La Cingana et La Pazzia, la favorita d’Isabella. Però s’accordarono in questo, che la prima a recitarsi fusse La Cingana, et che un’altra volta si recitasse la Pazzia. Et così recitarono detta Cingana con l’Intermedii istessi, che furono fatti alla Commedia grande: ma chi non ha sentito la Vittoria contrafar La Cingana, non ha visto né sentito cosa rara, et maravigliosa, che certo di questa Comedia sono restati tutti soddisfatissimi. Un’altra volta faranno poi La Pazzia, et toccarà a l’Isabella a far la Pazza; il valor della quale, et la leggiadria nell’esplicare i suoi concetti, non occorre hora esplicarlo, che è già noto, et manifesto a tutta Italia le sue virtudi.»