Giovanni de’ Bardi (Firenze 1534 –1612)

Discendente di una delle più nobili e potenti famiglie fiorentine, letterato, musicista, accademico Alterato (dal 1574, con il nome di Puro) e accademico della Crusca (dal 1586, con il nome di Incruscato) mecenate, politico, militare. Uomo di lettere e d’armi partecipò attivamente alla vita politica dello stato intervenendo nell’assedio di Siena, e soprattutto, in veste di luogotenente pontificio, nella guerra contro i Turchi. Rivestì un ruolo di primo piano nel dibattito culturale del tardo rinascimento aprendo alle sperimentazioni che condurranno al teatro barocco attraverso la celebre «Camerata fiorentina» (o camerata de’ Bardi), che si riuniva nel palazzo del conte, composta da artisti e intellettuali che affrontavano l’indagine sull’arte classica e sui modi di renderla compatibile con la civiltà nuova.

Ottavio Rinuccini, Giulio Caccini, Jacopo Peri e Vincenzo Galilei che dedicherà proprio al Bardi il Dialogo della musica antica e della moderna ne furono gli animatori. Si giunse alle sperimentazioni che, riscattando il ruolo della parola, diedero vita ai primi esempi di musica monodica o rappresentativa. Il ruolo di primo piano rivestito nella vita culturale del Granducato è chiaramente riflesso nei due grandi spettacoli che inaugurarono il teatro mediceo buontalentiano: proprio con un’opera del de’ Bardi, L’amico fido, fu aperto nel 1586 il grandioso teatro degli Uffizi di cui musicò l’ultimo intermedio, vistosa anticipazione delle meraviglie del 1589. Proprio con il programma generale degli Intermedi de La Pellegrina de’ Bardi raggiungerà il vertice della sua influenza nella vita artistica del granducato