Jacopo Peri, detto lo Zazzerino (1561–1633)

Compositore, cantante (tenore), organista, gentiluomo. Nato il 20 agosto 1561 forse a Roma da famiglia della nobiltà fiorentina, all’inizio degli anni Settanta nella capitale del granducato divenne cantante nel convento dell’Annunziata e fu allievo di Cristofano Malvezzi. Entrò al servizio della corte medicea di Ferdinando I nel 1588 e sostanzialmente restò fedele al granducato dove divenne anche maestro delle principesse che non dimenticarono mai di usarne le competenze. Grazie agli ottimi ricordi di Eleonora, figlia del granduca Francesco, poi sposa di Vincenzo Gonzaga, ebbe ottimi rapporti anche con la corte mantovana di cui fu al servizio con una certa intermittenza. Nel 1589, ancor giovane, sostenne il ruolo solistico di Arione nel quinto intermezzo de La pellegrina, per le nozze del protettore granducale con Cristina di Lorena. Membro della Camerata de’ Bardi gli viene riconosciuta dai cronisti contemporanei una cultura di grande respiro che lo portò ad essere uno dei protagonisti della nuova musica monodica. Dagli anni ’90 assiduo alle attività in casa di Jacopo Corsi (luogo d’incontro di musicisti, poeti e filosofi fiorentini)

Peri collaborò con lui nel mettere in musica la pastorale Dafne di Ottavio Rinuccini la cui prima esecuzione nota fu a Firenze nel 1598. La Dafne contende alla successiva Euridice il primato per la nascita dell’opera in stile monodico, poi detto stile rappresentativo. Allestita a Firenze nel 1600 per le nozze dell’antica pupilla Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia l’opera, sempre su testo di Rinuccini, vide la collaborazione di Giovanni Caccini e l’allestimento del Cigoli. Incerta la sua partecipazione alla composizione de La liberazione di Tirreno e d’Arnea di Marco da Gagliano con cui collaborò  anche per Lo sposalizio di Medoro e Angelica, allestito nel 1619  in Palazzo Pitti per le celebrazioni dell’elezione dell’Imperatore Ferdinando III e nel 1628 per La Flora in occasione delle le nozze  di Margherita de’ Medici e del duca Odoardo Farnese di Parma. La collaborazione continuò anche con Gagliano negli oratori, La benedittione di Jacob (1622), II gran natale di Christo salvator nostro (1622), e La celeste guida, o vero L’Arcangelo Raffaello (1624). L’esperienza mantovana non fu altrettanto feconda anche se produsse la Tetide (libretto di Cini) nel 1608, e l’Adone (libretto di Cicognini 1611) che non furono però allestite.