Gli Intermedi de La Pellegrina

(1589)

Siro Ferrone, Sara Mamone, Anna Maria Testaverde

 

Firenze, 1589. In occasione del matrimonio del Granduca in carica Ferdinando I de’ Medici con Cristina di Lorena…

Scipione Gaetano Pulzone, Ritratti del granduca Ferdinando I dei Medici e della consorte Cristina di Lorena, 1590. Firenze, Galleria degli Uffizi.
Nozze del Granduca Ferdinando I de Medici con Cristina di Lorena. Siena, Archivio di Stato. Tavoletta di Biccherna N. 76.

… avvenne uno degli episodi fondamentali nella storia del teatro di Antico regime. Lo spettacolo si avviava a diventare sempre più uno strumento di esibizione del potere e della capacità tecnologica del signore e della sua corte.

Firenze, la capitale del Granducato, anticipò questa sintesi di arte e potere. Per le invenzioni e gli esiti tecnologici, per la risonanza in tutte le corti europee l’episodio deve essere considerato il culmine di questa sperimentazione.

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Palazzo degli Uffizi con Teatro Granducale

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Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Stefano Bonsignori, Nova pulcherrimae civitatis Florentiae topographia accuratissime delineata, 1694. Firenze, Musei Civici Fiorentini, Fotototeca musei comunali, Inv. 115191.

Tra le grandi novità: la messa a punto di un sistema che vedeva risorgere, dopo secoli, l’idea stessa di teatro, mentre tutte le sperimentazioni precedenti erano state in luoghi provvisori. Altra grande novità: nel palazzo degli Uffizi, al Teatro Granducale veniva affiancato un altro spazio, destinato ad un fenomeno sempre più in voga: la Commedia dell’Arte.

Progetto di Ludovico Zorzi e Cesare Lisi, realizzazione di Cesare Lisi, ipotesi di ricostruzione del Palazzo degli Uffizi, 1975. Legno, Scala 1:25. Firenze, Città Metropolitana, Pratolino. Foto Enrico Carlesi 2020.

Lo spettacolo in un spazio al coperto appositamente costruito è il culmine di festeggiamenti assai complessi e costituisce l’episodio forse più rilevante dell’intera storia del teatro di Corte. 

Il nuovo tipo di spettacolo sviluppato nel teatro degli Uffizi avrà un tale successo da diventare veramente modello per il grande teatro barocco.

Fissando per oltre tre secoli la gerarchia degli spettatori e replicando, Gran teatro del mondo, quella della società.

Al primo piano del palazzo si costruì un grande salone, destinato a ospitare I grandi spettacoli della dinastia. Gli ospiti, attraverso il portale sotto il porticato, accedevano alla scala che li portava a entrare nella sala. 

 

Il teatro ricavato da questi spazi era di notevoli dimensioni e misurava circa 54 m. di lunghezza, 20 di larghezza e 14 di altezza.

A circa metà di questa sala il palco del principe è posto in posizione assiale rispetto alla scena.

Sarà infatti la posizione del Principe a determinare il  fuoco della scena prospettica –posizione, che ne mette in evidenza  anche il ruolo  di sovrano.

Il teatro degli Uffizi poteva accogliere comodamente tutti gli ospiti del Granduca. Divenne, dunque, un modello a cui si ispirarono i teatri di tutte le corti europee. Esso rimase in uso fino agli anni ’40 del secolo successivo  prima di essere di fatto sostituito da altre sale teatrali.

Jacques Callot, Vista dell’interno del Teatro degli Uffizi durante la rappresentazione de La Liberazione di Tirreno e d’Arnea, 1617. Vienna, Theatermuseum

Come attestano le fonti storiche, la commedia rappresentata La Pellegrina, dell’accademico senese Girolamo Bargagli, non rivestì alcun interesse poiché rappresentava un genere di spettacolo perdente rispetto alla maturazione del gusto e alle esigenze del pubblico colto, sempre più esperto. L’intero episodio è descritto con dovizia di particolari dal cronista ufficiale Bastiano de’ Rossi e da Giuseppe Pavoni.

Il disinteresse per la commedia La Pellegrina è già evidente nell’impegno profuso, ridottissimo per la commedia e dispendioso e totalizzante per i cosiddetti «Intermedi».  Rispetto ai cinque atti della Commedia gli Intermedi saranno sei aprendo e chiudendo l’intero spettacolo. Per gli Intermedi verranno mobilitate tutte le forze del Granducato.

Lo Staff

Emilio de’ Cavalieri ebbe il compito del coordinamento, Giovanni de’ Bardi  fu l’ideatore dei soggetti (quasi un moderno dramaturgo) mentre  la responsabilità dell’allestimento fu affidata all’architetto di corte Bernardo Buontalenti. Alle loro dipendenze uno staff numerosissimo di artisti e artigiani.

Provveditore della commedia    
Girolamo Seriacopi

Letterati
Girolamo Bargagli
Giovanni de’ Bardi
Ottavio Rinuccini
Giovanni Battista Strozzi
Laura Lucchesini

Compositori
Antonio Archilei
Cristofano Malvezzi
Luca Marenzio
Giulio Caccini
Giovanni Bardi
Jacopo Peri
Emilio de’ Cavalieri
Antonio Naldi detto il Bardella

Ludovico Zorzi e Ferdinando Ghelli, Progetto di Ferdinando Ghelli, ipotesi di ricostruzione del Teatro della Dogana, 1980. Legno, Scala 1:25. Firenze, città metropolitana, Pratolino. Foto Enrico Carlesi 2020.

Buontalenti aveva appena sistemato il retrostante quartiere della Dogana, dotandolo di un teatro del soldo, detto appunto il Teatro della Dogana (o anche Teatro di Baldracca), dove si esibivano i Comici dell’Arte. E saranno proprio tali comici a rimpiazzare gli atti della Commedia quando questa verrà eliminata dalle “repliche” degli Intermedi che ebbero un successo clamoroso.

Saranno proprio Isabella Andreini e Vittoria Piissimi, le due grandi “dive”, del teatro professionale, ad essere “prelevate” dal contiguo Teatro della Dogana e a rallegrare con i loro pezzi di bravura gli spettatori tra un intermedio e l’altro.

Invece il principe, gli ospiti di riguardo e la nobiltà stavano in appositi palchetti nascosti da grate, e con accesso diretto dalle stanze dell’edificio principale. Gli attori stavano sul palco rialzato dinanzi alla platea ed erano spesso ospitati anche nelle stanze superiori dove potevano sostare durante le rappresentazioni risparmiando così su vitto e alloggio, poiché le spese erano molte: oltre alla paga degli attori pesavano sul bilancio le spese di viaggio, quelle per i costumi e per l’attrezzeria di scena (le cosiddette “robbe” ). I guadagni erano talvolta gravati dalle spese di affitto della sala e  tassati da un contributo obbligatorio all’Ospedale san Giovanni di Dio, introdotto, col nome di jus represaentandi, da Filippo II di Spagna. Quest’obbligo, era una sorta di “penitenza” per sanare le eventuali accuse di oscenità che accompagnavano i comici e il loro mestiere. Il teatrino, attivo per circa un secolo, fu chiuso nella seconda metà del Seicento.

Gli attori di mestiere avevano una relativa autonomia rispetto alle corti che però, visto l’interesse crescente del fenomeno, si affrettarono a costruire o adattare “stanzoni” allo spettacolo pubblico, cioè aperto a chiunque potesse pagare il prezzo del biglietto. A Firenze  il teatro “del soldo” era attivo dalla seconda metà del Cinquecento nei locali della dogana fluviale, antico magazzino sul retro degli Uffizi, adattato a quell’uso da Bernardo Buontalenti in occasione del risanamento dell’intera zona del porto sul fiume Arno. Sul suo palcoscenico recitarono le più importanti compagnie dell’Arte, compresa quella dei  Gelosi che si esibiranno anche nel granteatro degli Uffizi in occasione della replica degli intermezzi de La pellegrina  del 1589. I posti erano nettamente divisi in due sezioni: sulle panche e sui sedili che occupavano la platea stavano gli spettatori paganti che entravano da un apposito ingresso sulla piazza della dogana.

Per approfondire…

… sul tema dei Comici dell’Arte e sull’espansione del fenomeno in Europa si veda Siro Ferrone, Attori, mercanti, corsari. La Commedia dell’Arte in Europa tra cinque e Seicento. Torino 1993.

Isabella Andreini Canali (Padova ca. 1562 – Lione 1604), moglie dell’attore Francesco Andreini che recitava nel ruolo di capitano e madre dell’attore e commediografo Giovan Battista, “innamorato” col nome di Lelio fu prima attrice della compagnia dei Gelosi insieme a Vittoria Piissimi (Ferrara, ? – Luogo ignoto, dopo il 1595), nel ruolo di “innamorata”. A questa altezza cronologica sono entrambe celebri e, anche se la fama successiva circonderà Isabella dell’aura di diva assoluta, rivestono la stessa importanza, anzi Vittoria è forse più richiesta, poiché passa quasi in veste di solista in varie compagnie. Durante i festeggiamenti per le nozze granducali la troupe dei Gelosi recita nel teatro a pagamento della dogana:

il successo delle due attrici è tale che vengono chiamate direttamente dal granduca a rallegrare il pubblico scelto del teatro degli Uffizi in occasione delle repliche della commedia La Pellegrina. L’allestimento della commedia non aveva avuto successo, completamente oscurato dal trionfo degli Intermezzi e Ferdinando I volle, nel replicarli, eliminare gli atti della commedia e dare spazio alle trionfatrici del teatro professionale, promuovendole dal Teatro della Dogana al  palcoscenico degli Uffizi, dove recitarono separatamente i proprio cavalli di battaglia. Anche le cronache del tempo riferiscono con precisione l’evento.

Ritratto di Isabella Canali Andreini, tratto da Isabella Andreini, Rime d’Isabella Andreini padouana, comica gelosa, et Academica Intenta. Dedicate all’illmo. sre. il sr. Sebastiano Zametti, In Parigi : appresso Claudio de Monstr’oeil nella Corte del Palazzo al nome di Iesus, 1603.

I Sei Intermedi

Veniamo ora a una ricostruzione esemplificativa dei sei Intermedi all’interno della commedia La Pellegrina, i cui temi
sono molto sofisticati ma bisogna ricordare sia la circostanza dell’evento sia la formazione del pubblico, tutto rigorosamente selezionato e partecipe della cultura ‘alta’ del tempo.

Progetto e realizzazione di Ferdinando Ghelli, ipotesi di ricostruzione del Teatro degli Uffizi, palcoscenico, 1980. Legno, scala 1:25. Firenze, città metropolitana, Pratolino. Foto Carlesi, 2020.

Primo intermedio

L’armonia delle sfere

Il primo intermedio si fonda sulle teorie neoplatoniche circa la nascita dell’Armonia dell’Universo e la sua discesa sulla terra per farne parte agli sposi e all’udienza.

Autori testi
Giovanni de’ Bardi
Ottavio Rinuccini

Compositori
Antonio Archilei
Cristofano Malvezzi

 

Interpreti  
Vittoria Archilei
Onofrio Gualfreducci
Ludovico Belevanti
Pietro Masselli
Mario Lucchesini
Alberigho
Giovanni del Minugiao
Pierino castrato
Bono signor Mongallo
Cristofano

Cesarone basso
Antonio Archilei
Peri Jacopo, detto lo Zazzerino
Naldi Antnio detto il Bardella
Giovanni Lapi
Baccio Polibotria
Niccolò Castrato
Giovan Battista del Violino

Raffaello Gucci
Giulio Romano
Seriacopi Giovanbattista
Duritio
Zanobi Ciliani
Giovanni del Franciosino

Secondo intermedio

La contesa tra le Muse e le Pieridi

Dopo il primo atto della Pellegrina la scenografia della commedia viene ricoperta, a vista, da quella dell’intermedio.

Ecco ancora una volta i protagonisti del secondo intermedio scritto da Ottavio Rinuccini e composto da Luca Marenzio.

Terzo intermedio

Combattimento pitico di Apollo

L’intermedio rievoca i giochi di Delfo in onore di Apollo, uccisore del drago che infestava l’isola. Il combattimento sarà rappresentato con una pantomima (azione drammatica danzata). 

Ecco ancora una volta i protagonisti del terzo intermedio, anch’esso scritto da Ottavio Rinuccini e composto da Luca Marenzio. 

Autori testi
Ottavio Rinuccini

Compositori
Luca Marenzio

 

Interpreti
Alessandro del Franciosino
Lucia
Tommaso
Polibotria Baccio

Duritio
Placito
Jacopo Peri, known as Zazzerino
Alberigho
Giovanni Lapi

Quarto intermedio

La regione dei demoni – Inferno

Il quarto intermedio si fonda sul contrasto tra la disarmonia del mondo e il fausto presagio di una ricomposizione armonica sotto il saggio governo degli sposi, Ferdinando e Cristina.

I disegni dei costumi risultano perduti ma  probabilmente furono prestati in toto su richiesta di qualche corte straniera. La somiglianza di molti costumi disegnati per i masques da Inigo Jones può far pensare che abbiano preso la strada della corte inglese. Del resto va sottolineato come tutte le corti europee si orientarono agli spettacoli medicei del 1589: quello fiorentino divenne un modello che vide una disseminazione a livello europeo.

Autore testo
Giovanni Battista Strozzi

Compositori
Giulio Caccini
Cristofano Malvezzi
Giovanni Bardi

 

L’episodio del 1589 è certamente tra i più importanti della storia dello Spettacolo di corte in Europa. La complessità degli intermedii e la competenza raggiunta dall’intero apparato produttivo divennero modello per l’Europa delle corti. Il granducato sfruttò abilmente questo primato per rendere sempre più stretti i legami con le famiglie regnanti del continente. Nelle relazioni diplomatiche entrò prepotentemente il desiderio di emulazione delle grandi potenze e Firenze si trovò al centro di una fitta rete di scambi. L’episodio segnò forse il culmine dello sperimentalismo e fu anche l’occasione per la disseminazione delle competenze dell’ingegneria toscana. Gli architetti apparatori e le maestranze granducali divennero le più ambite nel circuito internazionale. In questo scorcio di secolo e poi nella prima metà del Seicento l’Europa avrà il marchio della spettacolarità fiorentina. 

In Francia Enrico IV arruolerà Tommaso Francini per dare a Parigi l’aspetto di una vera capitale. In Spagna saranno Cosimo Lotti e Baccio del Bianco gli autori della reggia di delizie del Buen Retiro. L’Inghilterra degli Stuart avrà in Costantino de’ Servi il suo mentore mentre Inigo Jones, dopo aver fatto pratica nell’atelier fiorentino di Giulio e Alfonso Parigi, darà alla corte d’Inghilterra il fulgore dei Masques. L’impero vedrà in Alessandro Pieroni e ancora in Baccio gli artefici della sua aggiornata vita teatrale, a cui seguiranno, a metà Seicento, Giovanni e Lodovico Ottavio Burnacini, che a Venezia continuarono a sviluppare la tecnologia di origine buontalentiana per poi esportarla fino a Vienna. Firenze sarà una tappa obbligata nel tour di formazione, come testimonia, il viaggio di Joseph Furttenbach, che trasferirà nell’area asburgica le meraviglie della scenotecnica medicea.

Quinto intermedio

Anfitrite e la nave di Arione

Il quinto intermedio riproduce una scena marittima, secondo la già consolidata alternanza delle attrazioni scenotecniche che prevedevano la rappresentazione dei quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco.
Il tema prescelto è quello del valore salvifico della musica rappresentato dal mito di Arione, il suonatore di cetra salvato dai delfini.

Autori testi
Ottavio Rinuccini
Giovanni Bardi
Ottavio Rinuccini

Compositori
Cristofano Malvezzi
Jacopo Peri

Interpreti
Lucia Caccini
Vittoria Archilei
Jacopo Peri
Paolino del Franciosino
Oratio del Franciosino
Giovan Battista del Franciosino
Piero Maselli

Mario Luchini
Raffaello Gucci
Fra’ Lazzaro
Zanobi Ciliani
Antonio Naldi
Cesare basso
Ludovico Belevanti
Giovanni Lapi

Tonino del Franciosino
Piero castrato detto Acquatrice

Sesto intermedio

Gli dei inviano ai mortali l’Armonia e il Ritmo

Il sesto ed ultimo intermedio riprende il tema del primo: un’allegoria neoplatonica sul significato consolatorio della musica nell’ordine del Cosmo. Impietositi dagli affanni degli uomini, gli dei e Giove in particolare, inviano sulla terra l’Armonia e il Ritmo.

Autori testi
Ottavio Rinuccini
Laura Lucchesini

Compositori
Cristofano Malvezzi
Emilio de’ Cavalieri

Interpreti
Vittoria Archilei
Archilei Antonio
Lucia Caccini
Jacopo Peri detto lo Zazzerino
Naldi Antonio detto il Bardella
Giovanni Lapi
Polibotria Baccio
Niccolò castrato
Ceserone
Giovan Battista del Violino
Raffaello Gucci
Romano Giulio
Un contralto di Roma
Seriacopi Giovan Battista
Duritio

Zanobi Ciliani
Mario Luchini
Alberigho
Giovanni del Minugiaio
Luca Marenzio
Don Giovanni basso
Ludovico Belevanti
Onofrio Gualfreducci
Pietro Masselli
Pierino castrato
Mongallo
Porcelli Bono
Cristofano
Giovanni del Franciosino
Giovan Battista del Franciosino
Paolino del Franciosino
Antonfrancesco del Bottigliere
Orazio del Franciosino

Prete Riccio
Tonino di maestro Lena
Paolino Stiattesi
Pietro Malespini
Orazio Benevenuti
Il Biondino del Franciosino
Il Feduccio
Roberto Ronai
Benedetto Guardi
Pompeo Stabiule
Fra’ Lazzaro
Domenico Rossino
Placito
Alessandro del Franciosino
Frate dell’Annunziata
Stabile
Cetera di Siena

Progetto e realizzazione di Ferdinando Ghelli, ipotesi di ricostruzione del Teatro degli Uffizi, palcoscenico, 1980. Legno, scala 1:25. Firenze, città metropolitana, Pratolino. Foto Carlesi, 2020.

La qual finita, e molto più tosto, che non avrien voluto, gli ascoltatori, si richiuse il Cielo, e quegl’i ch’erano in terra, ballando, e cantando, se n’andaron via, per diuerse istrade, e lasciarono quella risplendissima scena vota, e con la loro partenza, alla nobile rappresentazion diedon fine.

Bastiano de’ Rossi, Descrizione dell’apparato e degli intermedi fatti per la commedia rappresentata in Firenze nelle nozze de Serenissimo Don Ferdinando Medici, e Madama Cristina di Loreno Gran Duchi di Toscana, in Firenze, Padovani 1589.

Bastiano de’ Rossi, Descrizione dell’apparato e degli intermedi fatti per la commedia rappresentata in Firenze nelle nozze de Serenissimo Don Ferdinando Medici, e Madama Cristina di Loreno Gran Duchi di Toscana, in Firenze, Padovani 1589.

Intermedii et concerti, fatti per la Commedia rappresentata in Firenze nelle nozze del serenissimo Don Ferdinando Medici, e Madama Christiana di Loreno, gran duchi di Toscana, In Venetia, Appresso Iacomo Vincenti, 1591.

[Giuseppe Pavoni ], Diario descritto da Giuseppe Pavoni delle feste celebrate nelle solennissime nozze delli serenissimi sposi, il sig. don Ferdinando Medici, & la sig. donna Christina di Loreno gran duchi di Toscana : nel quale con brevità si esplica il torneo, la battaglia navale, la comedia con gli intermedii, et altre feste occorse di giorno in giorno per tutto il dì 15. di maggio, MDLXXXIX ; nella Stamperia di Giovanni Rossi, Firenze 1589.

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Ludovico Zorzi, Il teatro e la città , saggi sulla scena italiana, Einaudi, Torino, 19771, nuova edizione Cue press, Imola (Bologna), 2020.

Firenze, Biblioteca Marucelliana; Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale; Firenze, Città metropolitana, Villa di Pratolino; Firenze, Fratelli Alinari  I.d.e.a. S.p.A.; Firenze, Galleria degli Uffizi; Firenze, Musei Civici fiorentini, fototeca Musei Comunali; Firenze, Ovidio Guaita per Galleria Palatina di Firenze; Genova, Dynamic srl; London, Victoria & Albert Museum; New York, Metropolitan Museum of Art; Paris, Musée du Louvre, Cabinet des Dessins; Siena, Archivio di Stato; Torino, C&C di Enrico Carlesi; Vienna, Theatermuseum.

Ricciardo Artusi; Marusca Bacciotti; Luca Bellingeri; Cinzia Cardinali; Enrico Carlesi; Silvia Castelli; Alberto Dellepiane; Roberto Gabucci; Giovanni Martellucci; Stefano Mazzoni; Laura Monticini; Giovanna Pecorilla; Susanna Pelle; Muriel Prandato.

Crediti

Titolo: Gli Intermedi de La Pellegrina (1589)

Autori: Siro Ferrone (Università di Firenze), Sara Mamone (Università di Firenze), Anna Maria Testaverde (Università di Bergamo)

Redazione Storyboard: Rudi Risatti

Web Design: Kunsthistorisches Museum – Visual Media, Vienna